Weekly outline
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Nella legge 107/2015, la buona scuola, viene esplicitato che lo sviluppo delle competenze digitali deve far riferimento al “pensiero computazionale”. L’applicazione di questa direttiva richiede un chiarimento di cosa sia il pensiero computazionale; di come possa essere sviluppato ai vari livelli scolari; del ruolo di coding, CS unplugged e robotica educativa nelle attività proposte; della formazione dei docenti necessaria per introdurlo nella pratica scolastica.
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L’educazione all’uso di linguaggi e strumenti di rappresentazione è un ambito ancora relativamente inesplorato, ma che appare di grande interesse in relazione allo sviluppo di capacità di costruzione individuale e collettiva del sapere, di collaborazione, di comunicazione. Capire come introdurre specifici strumenti di rappresentazione in differenti ambiti disciplinari o tematici costituisce un terreno impegnativo e promettente di innovazione e sperimentazione didattica.
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Questo seminario intende analizzare alcune relazioni che possono stabilirsi nel processo di insegnamento apprendimento tra pensiero computazionale, tecnologia digitale e matematica L’espressione “pensiero computazionale” è qui usata per indicare una serie di competenze e di concetti tipici della computer science che, grazie al ruolo mediatore del computer, possono essere attivati in sinergia con concetti e competenze della matematica per poter affrontare problematiche di studio di tipo storico, geografico, economico dal punto di vista quantitativo, oltre che da quello qualitativo. Nel seminario verrà esemplificato questo modo di concepire il pensiero computazionale facendo riferimento ad un progetto di geografia quantitativa. Inoltre, il seminario intende anche evidenziare che la tecnologia digitale può contribuire a innovare profondamente il modo in cui la matematica viene insegnata e appresa. In particolare, nel corso del seminario verrà mostrato che la tecnologia digitale può essere sfruttata per mettere lo studente nelle condizioni di poter fare una concreta esperienza sia di concetti e significati matematici astratti sia delle strategie usate dagli esperti nella soluzione di compiti matematici.
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La programmazione può essere uno strumento utile non solo per costruire competenze che possono favorire l’inserimento lavorativo delle nuove generazioni nel mercato del lavoro ma anche per sviluppare forme di pensiero e modelli culturali che sono specifiche della società digitale. Questo obiettivo può essere perseguito se l’apprendimento della programmazione non costituisce il fine ultimo dell’attività di insegnamento ma il mezzo per creare contesti in cui esplorare e costruire queste nuove idee e forme di pensiero. Durante il seminario quest’approccio verrà esemplificato attraverso una proposta di attività legata all’esplorazione del moto di oggetti, con esempi per vari livelli di età della scuola dell’obbligo. I computer forniscono ai bambini la possibilità di giocare con oggetti in movimento, ma anche di creare i propri oggetti in movimento. Per esempio, nella scuola dell’infanzia i bambini potrebbero imparare a costruire una storia multimediale con le animazioni di uccelli in volo e nella scuola primaria costruire un videogioco con personaggi in movimento. Le competenze acquisite nei progetti di storie multimediali e videogiochi potrebbero essere usate nella secondaria di primo grado nello studio del moto di proiettili. Per esempio, i ragazzi potrebbero costruire videogiochi ispirati ad “Angry Birds”. Il gioco richiede la costruzione di un modello computazionale per il moto dei proiettili; questo contribuisce, con la mediazione dell’insegnante, alla sua comprensione dal punto di vista delle leggi della fisica.
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Alla richiesta di introdurre il pensiero computazionale a scuola hanno fatto seguito iniziative di riforma dei curricula, annunciate e/o già operative, in molti paesi EU. In Italia, il recente Piano Nazionale Scuola Digitale prevede lo sviluppo di un “framework comune per le competenze digitali e l 'educazione ai media degli studenti” a cui farà seguito una revisione delle indicazioni nazionali dove le competenze digitali sono definite. Un esame del percorso che ha portato alle riforme dei curricula in Inghilterra e Francia ed un confronto delle differenti soluzioni adottate servirà a definire il contesto per una lettura critica della situazione italiana.